Scritto da
Doris Colombo
Founder

Tutti hanno provato la sensazione “del non riuscire a fare a meno di …” del sentirsi incastrati in automatismi ripetitivi che danno l’impressione di andare indietro anziché in avanti o di ripetere sempre stesse scelte e ricadere negli stessi errori. La psicoterapia, tramite i suoi diversi approcci, individua laddove la persona inciampa e perché, mostrando vie più funzionali di procedere. 

Essa ha il fine, non solo di rilevare, ma anche di correggere e modificare nel tempo comportamenti disfunzionali acquisiti, appresi e resi automatici.

È un allenamento in itinere che individua forme di pensiero di linguaggio legate a disordini percettivi, patologie, deficit di vario genere e origine per apporre correzioni, creare a livello chimico nuove reazioni, a livello psicologico nuove emozioni, a livello relazionale relazioni più sane e soddisfacenti e a livello personale un incremento delle  proprie risorse in termini di  autostima e delle possibilità di interazione con se stessi ed il mondo più funzionali e costruttive.

Individuazione ed allenamento

Consente di vedere e provare che si può anche agire e sentire diversamente da come si è sempre sentito, proponendo nel caso della psicoterapia cognitiva comportamentale degli esercizi aderenti all’individuazione della realtà e alla sua trasformazione oltre che all’eradicamento di antichi comportamenti e convinzioni disfunzionali apprese nel tempo.

Nello specifico questo tipo di indagine appartiene al modello comportamentale causale (cfr. Tamburello) che mira ad individuare le cause della cosiddetta “prima pioggia” per poi riuscire a lasciarle andare una volta per tutte.

Laddove la psicoterapia strategica breve propone di sentire per capire, la terapia cognitiva propone di osservare e capire per iniziare a sentire e memorizzare pattern diversi.

Esistono moltissime scuole di pensiero e terapie e, secondo il mio pensiero, ogni strada è funzionale purché parli il linguaggio della persona assistita. Difatti sono  convinta che non è il paziente che  si deve adattare alla terapia bensì il linguaggio terapeutico al paziente.

Noi sappiamo che gli schemi  comportamentali non sono che una replica di quanto appreso nel tempo (magari  nell’infanzia) e di convinzioni antiche che si teme o si cerca di confermare tramite il nostro pensiero e di conseguenza le nostre azioni, con il rischio di dare sempre e solo energia a quelle credenze che più temiamo e più ci allontanano dalla realizzazione personale

Vibrazioni e memoria

Se la mente ha una sua memoria anche gli organi hanno memoria. Tutto , sebbene in maniera diversa, ha memoria.

L’acqua congelata, secondo le ricerche di Masaru Emoto, formerebbe cristallizzazioni differenti a seconda delle emozioni, dei suoni a cui viene sottoposta, le piante dopo un po di tempo, secondo studi condotti sulla loro circolazione  linfatica,  inizierebbero a vibrare della stessa energia di luoghi in cui si trovano e a distinguere situazioni  per loro dannose da quelle benevole ( cfr Linguaggio delle piante).

Anche il nostro  corpo, non solo i nostri pensieri, ha una memoria e sviluppa reazioni automatiche  che associa ad esperienze, emozioni, situazioni.

Memorie a livello psicofisico

Se un pensiero costante e carico di negatività conduce ad un linguaggio interiore (tra sé e sé)  disfunzionale, questo a sua volta crea tensioni, contrazioni e posture poco equilibrate.

Gli squilibri interni si manifestano infatti sempre esternamente tramite il nostro corpo.

Nel tempo queste posture o tensioni vengono memorizzate dal corpo e divengono più o meno stabili, impedendo agli organi di lavorare bene, a sua volta il malessere fisico che ne consegue può incidere come trigger sul nostro pensiero in un circolo vizioso  senza fine.

Il pensiero influenza il corpo

Correggere il pensiero può portare  ad alleviare anche tensioni a livello corporeo, ma i risultati, a seconda del disturbo non sono immediati e necessitano di grande costanza e consapevolezza  perché il corpo riporta poi la mente ai vecchi automatismi di pensiero visto che l’uno influenza l’altro.

Lo shiatsu assieme ad una combinazione di altri trattamenti  consente di ri-memorizzare ed armonizzare a livello fisico blocchi energetici per sentire un immediato sollievo che poi con le correzioni apportate ai nostri pensieri,  grazie alle prescrizioni della psicoterapia, può creare nuove memorie a livello psicofisico .

Il processo, lavorando su due fronti che tra di loro si combinano e si influenzano reciprocamente, può risultare di grande utilità nell’ottenere risultati più rapidi e profondi che per essere duraturi necessitano un lavoro di costante consapevolezza e correzione del pensiero.

Il trattamento (massaggio) consente inoltre un momento di piacere e di gratificazione che  combinato alla psicoterapia, quindi alla rivisitazione e trasformazione di automatismi disfunzionali di pensiero,  permette alla persona, in tempi piuttosto veloci, di  ritrovarsi a livello psicofisico.

L’obiettivo della psicoterapia congiunta allo shiatsu

Consente alla persona portatrice del problema una riformulazione del disturbo in ottica nuova, conoscenza circa il suo malessere con l’obiettivo di superare vecchie memorie e convinzioni sia a livello mentale che fisico.

Il lavoro sul corpo permette di staccare, accogliersi per  lasciar andare, prendere consapevolezza dell’esistenza del corpo in termini nuovi.

Il nostro corpo segnala infatti rigidità proprio negli organi coinvolti dalle emozioni che la persona prova.

Un eccessivo bisogno di controllare ad esempio segnala paure che andranno ad incidere sui reni, una forte tristezza o vivere qualcosa come via senza  scampo si può a livello energetico ripercuotere su  polmoni o cuore.

Combinazione vincente

La combinazione di queste due tecniche da la possibilità di comprendere quanto tutto sia inscindibilmente connesso per vivere oltreché sensazioni  nuove, di benessere anche nuove memorie a livello psicofisico sempre più stabili da sostituire a quelle vecchie e disfunzionali.

Da un canto si lavora sul pensiero, sui suoi processi e sulla sua correzione, dall’altro  sul corpo, sulla memoria muscolare ed organica, spiegando passo passo a chi sta vivendo l’esperienza cosa sta accadendo dentro di sé a livello energetico .

I risultati finora ottenuti si rivelano soddisfacenti sia in termini di gradimento che di risposta all’intervento nella generazione di modalità di comportamento più sane, con l’obiettivo di spezzare il perpetuarsi di emozioni,  apprendimenti non più funzionali al proprio benessere.

Ri-memorizzare

Trattamenti come lo shiatsu, ma anche il massaggio connettivale e la riflessologia, aiutano, se combinati inmaniera mirata con la psicoterapia, a superare e correggere disequilibri a livello fisico, prodotti da periodi più o meno lunghi di rimuginazioni, paure, tensioni, bisogno di controllo  incapacità nel lasciar andare…

Partendo dal presupposto che noi siamo un tutt’uno, organi come la milza, i reni, il fegato e la vescicola biliare rimangono spesso compromessi energicamente dal logorio mentale prodotto dai nostri pensieri.

Una correzione a livello sia energetico che posturale, in sinergia con un impegno a livello comportamentale, grazie alla psicoterapia, consentono alla persona un maggiore benessere con risultati più veloci. Ancora da verificare con uno studio longitudinale la durata di questi risultati nel tempo.

Presupposto fondamentale della terapia combinata è una preparazione multidisciplinare con la presenta di più figure professionali. Sia l’operatore che lo psicoterapeuta devono interagire in sinergia ed avere un appropriata preparazione osservando entrambi l’obiettivo di velocizzare i risultati desiderati e aiutare il paziente a scoprire l’importanza della cura, dell’accettazione e dell’amore per la propria persona intesa nella sua globalità.

Copyright © 2020 – 2024 Tutti i diritti riservati
Privacy Policy
Cookie Policy
crossmenu