Liberazione da una persona narcisista

Testimonianza di una ragazza che è riuscita a liberarsi da sensi di colpa e manipolazioni per riscoprire sé stessa

Avere al proprio fianco un “narciso” non è affatto semplice, ma anzi. All’inizio il narcisista, di seguito come C., appare come la brava persona di cui ti potresti fidare in ogni situazione e riesce molto bene nel fare una buonissima impressione, ma ci riesce solo per le sue eccellenti doti di manipolazione e affermazione del suo essere speciale.

I primi momenti sono magici: C. mi riempiva di attenzioni, ogni momento passato insieme era unico, ma si intravedeva già che correva un po’ troppo: cercava costantemente conferme, fin da subito parlava di una vita insieme, casa, figli e quant’altro. Una volta ottenuto quello che voleva, quindi conquistarmi e farsi percepire indispensabile ai miei occhi, improvvisamente nulla andava più bene (ma proprio tutto), magicamente è sparito e trovava in ogni situazione l’occasione per farmi sentire sbagliata.

Durante la relazione, C. si comportava ogni volta come se dovesse affermare la sua superiorità e contemporaneamente determinare la propria autostima che, a guardar bene, non ha, data la sua profonda insicurezza. Mancava empatia e questo si rifletteva anche sull’incapacità di capire (o anche solo provare a capire) i miei bisogni personali e le emozioni, sminuiva sempre i miei piccoli successi, denigrava i miei obiettivi, in un gruppo doveva esser sempre al centro dell’attenzione tanto da farsi chiamare con nomignoli che lo esaltassero, mi vietava ogni attività (incontrare le amiche e gli amici, uscire a cena con la famiglia, organizzare una vacanza con la famiglia o amici, fare sport che lui non era in grado di fare, studiare qualche ora in più al giorno, andare in palestra…) solo per
dedicargli tutto il tempo a mia disposizione. Decideva perfino cosa dovevo indossare per uscire di casa, anche nelle situazioni da vita di tutti i giorni.

Nel primo periodo mi dicevo “devo accettarlo per come è, riuscirò ad aiutarlo/ guarirlo e in qualcosa cambierà”, ma invece no. Così è e così rimane, è egoista e per nulla al mondo cambierebbe. C. lavora, io studio e lavoro. L’università è stato un problema infinitamente grande. Io ero lontana da casa (2 ore di auto), ma ritornavo molto spesso per passare del tempo insieme a lui, peccato però che lui queste 2 ore di viaggio le abbia fatte meno di 10 volte in 3 anni e poco più. Questo perché? Semplicemente perché solo il pensiero di avere una compagna quasi laureata lo faceva sentire “inferiore e inutile” (cito testualmente).

Riguardo al lavoro andiamo di male in peggio: Il mio lavoro mi permette di essere autonoma non solo economicamente ma anche a livello organizzativo; al contrario, dopo 4 anni di lavoro in azienda (posto trovato da mio padre) C. decide di farsi licenziare per cambiare lavoro, peccato che il nuovo lavoro non gli piacesse e non gli   di essere autonomo come me. Anche in questo contesto si sentiva inferiore. Inutile dire che i momenti passati insieme erano tempo perso a parlare di lavoro e di colleghi poco simpatici, perché oltretutto a lui davano fastidio tutti. Nessuna relazione amichevole con colleghi, nessun dialogo se non per affermarsi in maniera prepotente, ogni rapporto era mantenuto a livello superficiale anche con amici di lunga data “che non sopporto” mi diceva sempre (“ce l’ho con il mondo” era quasi il suo motto).

Risultato? Esasperazione. Un narcisista è talmente bravo ad essere calcolatore da svuotarti di ogni energia, anche negativa. Arrivi a un certo punto in cui cerchi la tua autostima e non la trovi più perché l’ha fatta sparire, ti senti inutile perché non sei buona a far nulla (“brava, MA..”) e c’è sempre lui a fare tutto meglio di te, ti senti presa in giro e sei pure arrabbiata per esserti fatta prendere in giro.

Quando finalmente decidi di farti aiutare per questo malessere continuo da uno specialista e non da lui, la relazione si rompe. Lui capisce di non essere in grado di aiutarti, e quindi di essere “inferiore”, e anziché farsi domande e darsi risposte preferisce scaricare con cattiveria una raffica di insulti, brutte parole e frasi che hanno l’obiettivo di affermare la sua finta superiorità e al contempo farti sentire inutile.

Farsi aiutare, aiuta. Qual è il messaggio che arriva dopo essersi fatti aiutare? Inizi a capire con occhi più lucidi che quella relazione era malata già in partenza date le basi e che non sarebbe andata troppo lontano. Se ti guardi indietro, ti vedi come un uccellino in gabbia. Ali tarpate e nessun progetto, nessun obiettivo, nessun successo. Apatia e totale devozione.

Dall’altra parte vedi una persona egoista, testarda, infantile, arrogante, egocentrica, capricciosa, insicura, invidiosa dietro la maschera della persona tranquilla, rassicurante, amorevole, di sani principi e con valori, dalla personalità solida.

È quasi difficile dover accettare che quella “bella persona” sia, in realtà, il “bello e dannato” (una femme fatale al maschile insomma). La conferma della relazione sbagliata arriva quando ci si ferma a pensare che il narcisista, non sarebbe mai andato a farsi aiutare (e non l’ha ancora fatto a distanza di mesi) perché lui problemi crede di non averne, ma che piuttosto siano gli altri a non capire il suo “essere speciale ed eccezionale”.

Porre fine a una relazione con un narcisista è il regalo migliore che potesse capitarmi. Sentirmi me stessa, libera di fare quello che mi rende felice, sicura di avere le capacità per raggiungere ogni obiettivo che mi pongo, sentirmi contenta per ogni piccolo risultato ottenuto, fare progetti per una vita da costruire, ritrovare quella autostima che ho lasciato indietro, impiegare il tempo libero a mio piacimento e recuperare tutte i rapporti e il tempo perso in questi anni di relazione sono alcune delle cose che ad oggi ho capito di poter fare senza C..

Ho un mondo di possibilità avanti a me e non me ne farò privare. Vivere il “qui e ora”, essere felice e condividere la mia felicità sono gli obiettivi della nuova me.